Archivi categoria: Food & Wine

Venissa, accordo con Château Monfort

Un tocco di laguna veneta in corso Monforte a Milano. A portarlo è Venissa, il progetto di ristorazione avviato dalla famiglia Bisol nell’isola di Mazzorbo, che ha raggiunto un accordo con il cinque stelle Château Monfort per gestire la parte food and beverage all’interno del relais.

Leggi l’articolo pubblicato su Pambianco Wine, 11 febbraio 2016

Bolla: “Per Valdo la scommessa è sul valore”

Pubblicato il 10 dicembre su Pambianco Wine

Fatturato in aumento, produzione stabile. La crescita di Valdo nel 2015 è stata generata da un incremento nel prezzo medio di vendita, circostanza non proprio comune nel mondo del Prosecco che fatica a imporre ritocchi all’insù nei listini, nonostante il boom della domanda internazionale e in particolare dal mondo anglosassone. A favore di Valdo hanno contribuito due fattori. Il primo è la specializzazione nel docg “Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene”, dove l’azienda presieduta da Pierluigi Bolla è leader con circa il 10% della produzione totale della denominazione che presenta volumi più contenuti rispetto alla doc Treviso, circa 80 milioni di bottiglie contro le 400 milioni stimate per il 2015 nella doc. Il secondo è il posizionamento che Valdo sta sempre più aumentando di livello attraverso gli investimenti nella distribuzione per il canale horeca, nell’internazionalizzazione e nel prodotto. “I nostri punti di forza sono la qualità del prodotto e la continuità di questa qualità, che costituiscono una garanzia per il cliente Valdo e per i consumatori finali”, sottolinea Bolla, chiamato da un mese a un’impresa più difficile che vendere vino: superare le difficoltà di Veneto Banca, istituto di credito di Montebelluna (Treviso), di cui è stato nominato presidente.

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Gambero Rosso in Borsa, ecco perchè

Dal 23 novembre, tra i titoli quotati nel mercato Aim, compare Gambero Rosso. Si tratta della prima società multimediale specializzata in ambito enogastronomico a scegliere la via della Borsa, meno di cinque mesi dopo un altro debutto eccellente, quello dei vini di Masi Agricola. L’inizio non è stato dei migliori: il titolo, che partiva da 1,6 euro, ha perso oltre il 10% fin dalle prime battute, assestandosi nel terzo giorno di scambi attorno a quota 1,40. “È uscito un ordine strano a 1,40 fin dalla prima mattina – spiega a Pambianco Wine il presidente della società, Paolo Cuccia – e a quel punto, come accade talvolta, sono scattate le vendite. Non fa piacere, ma la strada è lunga e pensiamo che ci siano tutti i contenuti per dare future soddisfazioni ai nostri azionisti”.

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Lonely Planet “boccia” Bolgheri e Sicilia

di Andrea Guolo – Pubblicato su Pambianco Wine, 22 ottobre 2015

La crescita internazionale dell’enoturismo trova conferma dall’ingresso di Lonely Planet, gruppo leader nel comparto media travel con 120 milioni di guide stampate nel 2013 in nove lingue, che uscirà a ottobre con il primo prodotto dedicato in lingua inglese. Si tratta di Wine Trails, 52 itinerari per trascorrere il weekend nelle terre del vino, con l’indicazione di 327 indirizzi dove soggiornare e degustare il prezioso nettare di Bacco.

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Barbieri, masterchef ai fornelli

Bruno Barbieri

Bruno Barbieri

di Andrea Guolo. Pubblicato il 21 febbraio su Mood Magazine

Quand’è il momento di scattare la foto ufficiale, i bambini delle elementari alzano tutti assieme, contemporaneamente, i matterelli con cui hanno impastato i dolci di carnevale. Al centro c’è lo chef, anzi masterchef Bruno Barbieri, ovvero colui che da quattro edizioni alimenta o stronca i sogni di gloria culinaria dei concorrenti che partecipano al più fortunato e popolare talent show della tv italiana. Che ci fa Barbieri in una scuola elementare di Bologna, la primaria san Vincenzo de’ Paoli?

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Milano capitale dell’hamburger (italiano)

5 holyburger

di Andrea Guolo – Pubblicato il 18 febbraio 2015 su Chi è Chi

Addio a “un hamburger”, è tempo de “l’hamburger”. Per il panino più famoso (e mangiato) del mondo è cambiato l’articolo, da indeterminativo a determinativo. Non si tratta più di una commodity, la scelta obbligata per la pausa pranzo a un euro, perché si stanno affermando personalizzazione, scelta di materie prime prelibate e tipiche, piccole catene specializzate e prezzi accessibili ma non stracciati.

 

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Tracciabilità e made in Italy: la risposta delle imprese

1di Andrea Guolo. Pubblicato il 7 gennaio 2015 da Crisalide Press, Chi è Chi

Parlando di trasparenza verso i consumatori, c’è ancora parecchia strada da fare nell’ambito del food. Tuttavia, se confrontato con quanto accade nella moda, il livello d’informazione nel cibo finisce per apparire altissimo…

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Prison break(fast)

1Dalle carceri, sapori di alta qualità. Dolci, vini e formaggi “made in social” diventano occasione di riscatto e simbolo eccellente dell’Italian Food. Anche oltreoceano.

di Andrea Guolo. Pubblicato da Vogue Italia, dicembre 2014

Hamburger d’Italia

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Damini e affini

di Andrea Guolo. Pubblicato su Mood Magazine

“Che si accompagni alla burrata, all’aceto balsamico o alla bresaola, l’Italia potrebbe essere l’unico posto in grado di ‘rendere giustizia’ al nostro amato tesoro culinario americano”. A sostenerlo, nella prefazione di un libro dedicato (Hamburger all’italiana, pubblicato lo scorso anno da Edt), è il “cattivissimo” Joe Bastianich. Dal condizionale si passa all’indicativo: l’hamburger made in Italy conquista consensi, si moltiplica nelle carte dei ristoranti, costituisce la base per il lancio di nuovi format nel mondo del food.

L’idea del ‘rendere giustizia’ consiste nell’unire la grande intuizione statunitense, il panino ripieno di carne, con le nostre materie prime Dop, Igp o con presidi Slow Food: ricetta loro, qualità nostra. Qualcosa di simile è già successo nella birra, dove proprio la valorizzazione della tipicità rappresenta la formula che sta alla base della nascita dei tanti microbirrifici che prosperano lungo lo Stivale: del resto, che c’è di meglio di una birra fresca, intensa e speziata per accompagnare un hamburger preparato con carne di razza autoctona, pane a lievitazione naturale e patatine fritte dell’orto? Proprio birra e hamburger sono tra i prodotti più internazionali e consumati al mondo.

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Guida definitiva: dove mangiare i migliori tortellini a Bologna e dintorni.

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di Andrea Guolo. Pubblicato su www.lucianopignataro.it

Dove si mangiano i migliori tortellini?

Caro Luciano, mi poni la domanda che ogni bolognese vorrebbe farsi rivolgere, per poter “dire la sua”. Peccato che io non sia bolognese. Lo sono, ma d’adozione. E non ho alcuna voglia di essere ripudiato dopo soli quattro anni di residenza, perché in questa città ho trovato troppe cose per cui valga la pena viverci, a cominciare proprio dai tortellini.

Vuoi farmi impallinare così presto? Vuoi che ristoratori, amici e conoscenti mi tolgano il saluto, proprio ora che mi sto conquistando un po’ di fiducia? No, niente classifiche in questo pezzo, i ristoranti citiamoli pure ma senza stroncature o discutibili promozioni.

I bolognesi, sul tortellino, intavolano discussioni animate e condite con elementi di chimica, fisica e perfino metafisica. Ognuno ha la sua verità assoluta, il suo posto del cuore, che raramente si trova oltre il confine immaginario delle mura cittadine… Modena, per citarla (chiedo preventivamente scusa, ai bolognesi, per la provocazione), non la considerano nemmeno e se ne fregano del fatto che i modenesi contendano loro la primogenitura del tortellino, sostenendo che in realtà sarebbe stato inventato a Castelfranco Emilia, che sta a mezza via ma già sotto Modena….

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