Archivio mensile:gennaio 2015

Il richiamo del ring

1di Andrea Guolo. Pubblicato il 9 gennaio da Mood Magazine

Marta, 29 anni, coordina progetti editoriali per conto di una nota fondazione culturale milanese. Alle sei di sera lascia la redazione e corre in palestra, salta la corda, infila i guantoni e inizia a colpire il sacco. Fa la boxeur

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Bruno Magli oggi all’asta, mentre si pensa al museo

1di Andrea Guolo. Pubblicato da Mf Fashion, giovedì 8 gennaio 2015

La migliore offerta per lo storico brand calzaturiero Bruno Magli sarà svelata oggi pomeriggio presso il Tribunale di Bologna, dove alle ore 16 si terrà l’asta, sotto forma di procedura competitiva, per la vendita dei marchi e di tutti i diritti di proprietà intellettuale della società in concordato preventivo.

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Tracciabilità e made in Italy: la risposta delle imprese

1di Andrea Guolo. Pubblicato il 7 gennaio 2015 da Crisalide Press, Chi è Chi

Parlando di trasparenza verso i consumatori, c’è ancora parecchia strada da fare nell’ambito del food. Tuttavia, se confrontato con quanto accade nella moda, il livello d’informazione nel cibo finisce per apparire altissimo…

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La scarpa perfetta secondo Santoni

Foto di Susanna Pozzoli tratta da "Costruttori di bellezza"

Foto di Susanna Pozzoli tratta da “Costruttori di bellezza”

Le ore di lavorazione, i passaggi chiave, i pellami usati, la cura e la conservazione di un buon paio di scarpe artigianali: lo storico calzaturificio si racconta in un libro.

Pubblicato da Gq. Continua a leggere

Prison break(fast)

1Dalle carceri, sapori di alta qualità. Dolci, vini e formaggi “made in social” diventano occasione di riscatto e simbolo eccellente dell’Italian Food. Anche oltreoceano.

di Andrea Guolo. Pubblicato da Vogue Italia, dicembre 2014

Santoni ovvero “la moderna bottega rinascimentale”

Nella foto, da sinistra: Giuseppe Santoni, Paola Bottelli (Il Sole 24 Ore), Andrea Guolo e la fotografa Susanna Pozzoli

La “case history” della nota azienda di Corridonia è al centro di un libro di Andrea Guolo, dedicato alla filosofia della calzatura di qualità made in Italy.

Articolo di Alessandro Feliziani per “Cronache Maceratesi”. Continua a leggere

La storia di Santoni in un libro

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Pubblicato da www.corriere.it

«Costruttori di bellezza. Filosofia della calzatura maschile secondo Santoni» è il nuovo volume della collana “Mestieri d’Arte”, pubblicato da Marsilio Editori e realizzato dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte in collaborazione con Santoni. Il libro raccontata dall’interno la «case-history» del marchio attraverso il racconto di Andrea Guolo e le immagini di Susanna Pozzoli.L’azienda è nata nel 1975 a Corridonia, nel cuore del distretto calzaturiero marchigiano, dall’idea di Andrea Santoni, fondatore; il figlio Giuseppe è ora amministratore delegato.

A scuola di scarpe

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di Andrea Guolo. Pubblicato da Pambianco Magazine

La selezione è stata superata da nove candidati su trentasei, pari al 25 per cento. Gli studenti hanno affrontato lezioni di teoria, pratica e stage in azienda: sette di loro sono stati immediatamente assunti, per gli altri due la probabilità di trovare un lavoro fisso è molto elevata. Storie simili, una decina d’anni fa, appartenevano all’ambito dell’ingegneria o dei master Mba. Questa, invece, riguarda la manovia calzaturiera, il reparto nel quale si effettua il montaggio di una scarpa, e arriva dalla Riviera del Brenta, distretto del lusso dove hanno posto le basi produttive grandi firme come Louis Vuitton, Giorgio Armani, Saint Laurent e Dior. “La manifattura torna in auge, i gruppi più prestigiosi potenziano le loro unità produttive o le collaborazioni con aziende esistenti perché qui trovano qualità e competenza, garantite dalle grandi capacità operative dei nostri senior. La sfida consiste nel tramandare questi saperi alle nuove generazioni, la sfida è nella formazione”.

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Hamburger d’Italia

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Damini e affini

di Andrea Guolo. Pubblicato su Mood Magazine

“Che si accompagni alla burrata, all’aceto balsamico o alla bresaola, l’Italia potrebbe essere l’unico posto in grado di ‘rendere giustizia’ al nostro amato tesoro culinario americano”. A sostenerlo, nella prefazione di un libro dedicato (Hamburger all’italiana, pubblicato lo scorso anno da Edt), è il “cattivissimo” Joe Bastianich. Dal condizionale si passa all’indicativo: l’hamburger made in Italy conquista consensi, si moltiplica nelle carte dei ristoranti, costituisce la base per il lancio di nuovi format nel mondo del food.

L’idea del ‘rendere giustizia’ consiste nell’unire la grande intuizione statunitense, il panino ripieno di carne, con le nostre materie prime Dop, Igp o con presidi Slow Food: ricetta loro, qualità nostra. Qualcosa di simile è già successo nella birra, dove proprio la valorizzazione della tipicità rappresenta la formula che sta alla base della nascita dei tanti microbirrifici che prosperano lungo lo Stivale: del resto, che c’è di meglio di una birra fresca, intensa e speziata per accompagnare un hamburger preparato con carne di razza autoctona, pane a lievitazione naturale e patatine fritte dell’orto? Proprio birra e hamburger sono tra i prodotti più internazionali e consumati al mondo.

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